mercoledì 6 giugno 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - fine

Pallo non c’è più.
Se n’è andata una mattina di giugno, sparendo fra i meandri più segreti del giardino, gli stessi da cui era comparsa cucciola quindici anni fa.
Mi continuo a ripetere che è successo in un periodo in cui non potrei essere più stanca e demoralizzata ed è per questo che sono così abbattuta. La verità è che non riesco a darmi pace.
Mi manca moltissimo.
Da quando non mi sveglia più al mattino, mi alzo sempre prima.
Dimitri ci prova a sostituirla, ma non è la stessa cosa.
Con lei se n’è andata per sempre l’infanzia dei miei figli, la preoccupazione costante di accudire qualcuno che ti ama incondizionatamente e che dipende solo da te, la silenziosa coscienza per il mio stile di vita spesso scombinato e caotico.
Guardandola attraversare lentamente il giardino ho giurato a me stessa che non avrei mai più avuto un gatto. Basta, non voglio più stare così male.
Poi, però, mi sono chiesta se sarei in grado di rinunciare al miracolo di un legame, di un affetto, solo perché sono destinata un giorno a perderlo. È un po’ come non voler più nascere per non dover poi  perdere i propri genitori.
Avrò ancora pelosi, ci discuterò e ci litigherò, nessuno sarà mai come Pallo, questo no, ma ci saranno altri gatti perché non sarò mai capace di privarmi dell’infinito privilegio di averli nella mia vita.
Questa serie di racconti finisce qui, perché non sono capace di scriverli da sola, senza il mio ghost writer mi mancano le idee e le parole, cancello e ricancello, mi sembra di sapere più esprimere niente.
Eppure il desiderio di scrivere è ancora forte: da tempo penso a qualcosa di nuovo e forse adesso è arrivato il momento di provarci sul serio. Con le spalle coperte dal mio nume tutelare e dalla sua infinita saggezza, mi baloccavo fra idee diverse sicura che comunque avrei avuto lei a sorreggermi e a guidarmi.
Adesso sono sola e la cosa mi terrorizza. Ce la farò?
Non ne ho proprio idea, ma ci devo almeno provare, altrimenti a cosa sarebbero serviti questi anni insieme