domenica 7 luglio 2019

Il teorema delle parallele

Bartolomeo e il Nano

- Nano! Nano! Naanooo!
- Ehi, che c’è? Cosa vuoi? Perché urli?
- Nano, Nano, posso farti una domanda?
- No che non puoi. Lasciami in pace
- Nano, Nano, dai, una domanda sola. Piccola piccola
- Lasciami stare che fa caldo. Non rispondo a nessuna domanda. Vai da Dimitri
- Nano, dai, parla con me. Dimitri non vuole parlare con me e mi caccia sempre via. Dai, una domanda sola, piccola, dai, Nano, ascoltami...
- Ma quanto rompi! Lo sai che sei una rottura di scatole stratosferica? Avanti, parla, fai in fretta e poi sparisci
- Grazie, grazie, grazie, Nano. Nano, che cos’è un "cane"?
- Cane, cane, hai detto cane? Guai a te se ti avvicini ad un cane! Ma sei matto? Ma come ti vengono in mente certe cose? Sei impazzito? Adesso vai subito in casa e non ti muovi di lì per nessun motivo al mondo! Cane? Tu sei fuori di testa! Cane, hai detto? Hai idea di che cos’è un cane? Guai a te se ti sento ancora dire certe cose!
- No, io non so che cos’è un cane. È per questo che te lo chiedo. Invece di fare tante scene perché non mi spieghi tutto per bene? Così ne so esattamente quanto prima
- Non c’è niente da spiegare. A te non deve passare neppure per la testa di avvicinarti ad un cane. Punto. Non c’è altro da sapere.
- Perché? Io voglio sapere. Spiegami: cos’ha di così tremendo un cane? Come faccio a capire se uno è un cane se non so che cos’è un cane? Come faccio ad evitarlo? Dai, Nano, spiegati meglio
- Un cane è un cane. Cos’altro vuoi che sia? È un coso  con quattro zampe e una coda, brutto sporco e cattivo e mangia i pischelli sventati e curiosi come te
- Quattro zampe e una coda? Ma anche noi abbiamo quattro zampe e una coda (Dimitri, a dire il vero, ne ha solo mezza, però, insomma, la coda c’è, non tutta, ma c’è). E allora? Anche la mamma ha quattro zampe; è vero, non ha la coda, però è la mamma e per le  mamme, evidentemente, la coda non è importante. O sì? È la coda il problema? Se non hai la coda sei buono e se ce l’hai sei cattivo? Io e te (e Dimitri per metà) abbiamo la coda; anche Serafina ha la coda: noi siamo cattivi? Beh, un po’ sporchini magari  sì (la mamma continua a dirlo, per cui, forse è vero), però non siamo brutti: a me, Nano, tu sembri bellissimo. Anche Serafina, anche se è una femmina, non è male, un po’ smorfiosa, ma non è male...
- Cosa c’entra la coda, adesso? Lo sanno tutti che le mamme non hanno la coda, e allora? Le mamme sono fatte così, sono speciali, non lo sapevi? E poi a che cosa servirebbe loro la coda? Mica serve per darti da mangiare o farti i grattini. No, alle mamme la coda non serve proprio. È evidente
- Ma, allora, noi che abbiamo la coda siamo cattivi? Come fa la coda a farci diventare cattivi? E Dimitri che ha perso mezza coda è mezzo cattivo e mezzo buono? La cattiveria sta all’inizio o alla fine della coda? Perché, sai, Dimitri ha perso la fine della coda e se la cattiveria sta tutta all’inizio ce l’ha ancora tutta...
- Ma cosa stai farneticando? Cosa c’entra la cattiveria con la coda? Dimitri è buonissimo, è talmente buono che si lascia turlupinare da tutti, altro che coda e coda
- Guarda che l’hai detto tu. Hai detto che i cani sono così con quattro zampe e  una coda e sono brutti e cattivi. Ah, forse ho capito! Sono brutti! Quindi sono cattivi! Noi siamo belli e perciò siamo buoni! Ah, mi pareva: io non mi sentivo cattivo. È perché sono bello! Lo dice sempre la mamma che sono bellissimo! Quindi se sono bellissimo, sono buonissimo!
- Ma a te  chi ti ha detto che sei bellissimo? La mamma? Ma la mamma non conta per queste cose.
- Tu, poi, sei il suo cocco, figurati! Non è che ti sei montato un po’ la testa? Mah, piccoletto e tutto grigio come sei, a me non sembri proprio bellissimo...sembri più una pantegana che un gatto
- Io non sembro una pantegana. Non so neanche cos’è una pantegana: come faccio a sembrare una cosa che non so neppure cos’è? Ma io che cosa sono?