sabato 26 dicembre 2015

Finalmente mi sono decisa

Oggi mi sono decisa.
I blog (versione contemporanea dei vecchi diari) non mi hanno mai convinta del tutto. Ho sempre pensato che o sono l'opera di un grande scrittore, e allora sono una grande opera a prescindere, o sono solo un'attrazione per pettegoli e curiosoni.
Poi mi sono risposta (questi dialoghi nella mia testa avvengono spesso: in genere sono molto animati e articolati): se sono sciocchi o non interessano, basta non leggerli. Se sono considerati irritanti o fastidiosi, si può sempre ignorarli.
Poi mi è venuto in mente mio padre: seguiva tutte le trasmissioni di cucina possibili e immaginabili, e passava tutto il tempo a criticarle e a contestarle. E come ci si arrabbiava: era il più grande esperto di teoria culinaria e chimica bromatologica che abbia mai conosciuto (a dire il vero era un grande esperto di un'infinità di cose ed una persona con una cultura profonda e vastissima) per cui aveva da ridire più o meno su tutto e, quasi sempre, con argomenti validissimi. Ma non aveva un'adeguata manualità, per cui, sospetto, che tanta veemenza, in fondo in fondo, nascondesse una piccola invidia per una qualità che a lui mancava. Morale: se vuoi continuare a leggere qualcosa che non ti piace, forse, alla fine, un po' ti interessa. O almeno spero. O, magari, convogli le tue energie negative dove non puoi fare grandi danni. Anche questo è un risultato.
E se finisco le idee e non so più cosa scrivere? E se mi scappa uno strafalcione, una sgrammaticatura, una ripetizione, un pensiero confuso? E se, e se,e se........Odio scrivere, mi costa uno sforzo enorme; mi piace parlare con le persone, è uno sforzo che vale la pena di fare....
Basta: ci provo. Voglio parlare del mio mondo, del mio lavoro: quasi tutte le professioni hanno un loro visibilità, medici, infermieri ed avvocati impazzano in tutti i canali televisivi. Perfino le commesse dei grandi magazzini hanno avuto il loro momento di gloria.
Adesso parliamo di farmacisti (anzi, di farmaciste) e di farmacie: del microcosmo al di qua del bancone, della guerra quotidiana per cercare di svolgere con dignità una professione bellissima, controversa e sconosciuta

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