domenica 5 marzo 2017

Una gatta e la sua farmacista - 2

Finalmente sei tornata, capo. È inutile che cerchi di rabbonirmi con tanti grattini dietro alle orecchie: sono offesissima e non intendo degnarti di uno sguardo per tutta la giornata. Sono stufa di essere abbandonata e di essere lasciata sola ad occuparmi di quella banda di sciagurati che costituisce il tuo universo. Tutti entrano ed  escono a loro piacimento, neanche questa casa fosse un albergo. E non parliamo poi di tuo marito, del tutto incapace di dare delle regole. Memé è sempre fuori e di notte torna tardissimo; poi dorme tutto il giorno nascosto sotto i tuoi vestiti e, ragazzino com'è, non riesce a catturare neppure una  lucertolina ancora intirizzita dal freddo. Il Nano, poi, le lo dico, entra, brontola, si lamenta di tutto e di tutti, e se ne va ad occupare il tuo posto sul divano. Il nostro posto, per l'esattezza. Vedi tu se possiamo andare avanti ancora così. E poi ti meravigli se con te sono arrabbiatissima! Mi hai lasciata da sola a governare questa situazione impossibile e pretenderesti  anche che fossi tutta allegra e felice di rivederti!
No, aspetta, perché adesso hai quell'aria mogia mogia? Ehi, capo, che ti succede? Guarda che ne possiamo parlarne: lo sai che io brontolo brontolo, ma poi mi passa subito. Non mi piace vederti così, non è da te: ti preferisco quando sei tutta esagitata e ipercinetica, non quando ti siedi nel tuo angolo con quel l'aria da "Signora delle Camelie", ultimo atto.
Sei stanchissima? Davvero? Pensa un po', e io che credevo fossi bionica! Adesso non cominciare con le fantasie più sfrenate: non hai niente di grave, non sei malata, stai tranquilla, conduci solo una vita impossibile. Sempre di corsa, sempre con mille cose da fare, tutti gli impegni del mondo sono tuoi: che cosa vorresti? Essere anche distesa e riposata, cose se uscissi da una spa? In piedi dalle sei (d'accordo, un po' è anche colpa mia, ma tanto tu sei già sveglia: che cosa ci fai ancora a letto? Alziamoci, dai, che abbiamo da fare), se non sei in laboratorio, sei al banco, e se non sei in farmacia sei al computer. Alla sera crolli, ma siccome sei una testona, hai ancora il tablet in mano perché c'è sempre un'ultima e-mail alla quale rispondere o qualcuno che aspetta una risposta. Ti addormenti sul divano, poi ti svegli per andare a letto e non ti riaddormenti più: devo essere proprio io a dirti che ti devi dare una regolata? Non ci arrivi da sola?
Metti giu immediatamente quello che stai mangiando! Non fai che ripetere ai tuoi clienti che riempirsi di cibo spazzatura non aiuta nessuno e poi ti becco con le mani nel sacchetto delle patatine? Facile predicare bene e razzolare malissimo! Mi stai deludendo, te lo dico subito. E poi: chi ha comprato quelle cose? Non avevamo stabilito che quello che non si compra non c'è e non si mangia? Va bene, è stato quello scombinato di tuo marito, ma adesso, da brava, buttale subito nella spazzatura (mi raccomando, nell'umido, e senza sacchetto, così siamo sicure che non le mangia più nessuno), buttale e non pensarci più. Tuo marito si arrabbierà? Pazienza, non mi sembra che possa permettersi di mangiare queste cose neppure lui.
Quante volte mi hai detto che più si è stanchi e più bisogna togliere, non aggiungere: togliere gli alimenti grassi e dolci che affaticano un organismo già in difficoltà, per non costringerlo anche a digerire e a smaltire calorie in eccesso. Selezionare e ridurre gli impegni riflettendo sulle priorità: dici sempre che la stanchezza offre la migliore delle occasioni per ragionare su quali siano per ciascuno di noi le cose veramente importanti e che richiedono veramente il nostro impegno, accantonando tutto ciò che, tutto sommato, non è poi così imprescindibile. Evitare l'illusione che offrono ricostituenti ed integratori: si integra solo quello che manca e con tutto quel ben di Dio che offrono i mercati è molto meglio correggere l'alimentazione con frutta e verdura fresche che imbottirsi di prodotti a caso, solo perché lo dice la pubblicità. Infine, la cosa più importante, smetterla di lamentarsi e autocommiserarsi: con tutte le disgrazie, vere, che, purtroppo, esistono, cosa vuoi che sia un po' di stanchezza?
Sai cosa ti dico, capo? Per questa volta ti perdono. Adesso tu lasci tutto quello che stai facendo, vai a farti una bella passeggiata che così ti rilassi e ti schiarisci le idee, oltre a fare un po' di sano esercizio fisico che non guasta mai, e, quando torni, ci mettiamo sul divano vicine vicine e ci facciamo tante belle coccole: vedrai, capo, in meno che non si dica torni come nuova. Parola di Pallo.

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