domenica 23 aprile 2017

Una gatta e la sua farmacista -9

Che bello, capo, stai a casa qualche giorno! Ecco, magari tutto il giorno, dal mattino presto alla sera tardi, spero di no: lo sai che quando sei a casa ti prendono le furie dell'ordine e cominci a rivoluzionare armadi, rovesciare cassetti, spostare mobili e suppellettili come neanche un tornado si sia abbattuto sulla nostra povera abitazione.
Però, capo, sono felice se stai un po' più con noi. Non ci sei mai! Al mattino ti sveglio all'alba, ti riempio di grattatine, graffietti, testatine, finché ti rassegni e ti alzi: lo sai quanto mi piacciono queste schermaglie! Mi piacerebbe che giocassimo un po' più a lungo, invece tu ti alzi quasi subito, ci dai la colazione, ti bevi il primo caffè della giornata, il più buono, e sei già seduta al computer a lavorare. Ci provo, io, a staccarti da quella macchina infernale, ma tu sembri del tutto rapita da quella luce brillante, da tutte quelle figurine che ti scorrono davanti veloci e ammalianti.
Hai fretta, mi continui a ripetere, adesso devi correre a prepararti, hai fatto tardi, il lavoro ti aspetta, il lavoro quello vero, intendi: perché, cosa hai fatto fino ad ora? 
Ti cambi, trangugi veloce il secondo caffè e sparisci.
Ti rivedo alla sera, stanca, troppo tardi anche solo per prenderci un momento tutto per noi, entri in cucina seminando un po' dovunque indumenti ed oggetti personali, agguanti il telefono e quel punto ti abbiamo perduta definitivamente tra un fiume di parole scambiate con coloro che non hai potuto contattare durante la giornata.
Ti lamenti perché dormi poco e male? E ti meravigli? Spiegami, di grazia, come puoi pensare di riuscire a riposare per bene con una vita così frenetica.
Da quando sei a casa (solo due giorni, ma sembrano molti di più) e conduci una vita più accettabile va tutto molto meglio. Intanto fai molta più attività fisica: hai riscoperto il piacere di lunghe camminate all'aria aperta, da sola, in silenzio, senza fretta e senza un orario preciso. È piacevole inseguire con calma pensieri nascosti, costruire ragionamenti complessi, lasciarsi trasportare da sensazioni profonde: non devi tornare ad un'ora precisa, se tardi non si adira nessuno. Se sei stanca ti fermi, se hai voglia di correre corri. 
Hai già  preso un colorito più sano, sei sempre piuttosto pallida, ma adesso hai un viso più roseo e disteso. Torni a casa allegra, di ottimo umore, affamata e quasi felice. Ci mettiamo insieme a leggere un libro, uno dei tanti, poi lo posi, ne apri un altro e ne leggi tre pagine. Io ti aiuto a girarle e tu apprezzi il mio aiuto, io mi piazzo davanti al tuo libro e ti impedisco di leggere, tu mi riempi di coccole e io vado in brodo di giuggiole quando mi dici tutte quelle paroline gentili. 
Ti rendi conto che siamo in paradiso? Ci addormentiamo vicine vicine e dormiamo un sonno profondo, ristoratore, finalmente in pace col mondo.
Hai visto che non avevi niente di grave? Non servivano pastigliette e tisane, dovevi solo rilassarti e distenderti. È inutile che ti affanni a cercare  la pillola della felicità, la medicina magica che risolva tutti i tuoi problemi, il farmaco miracoloso che ti permetta di ottenere dal tuo fisico quello che non ti può dare, ti faccia superare i tuoi limiti. Sei fatta come gli altri di carne e di sangue e ovunque non puoi essere, di più non puoi fare. 
È arrivato il momento di fermarsi e di aspettare che ciò che hai seminato germogli. Devi lasciare che i pensieri sedimentino, si organizzino in un insieme organico, diano vita ai sogni per i quali hai tanto lottato.
Succederà, abbi fede e pazienza. Succederà. E allora dovrai essere pronta, ricettiva, disponibile ad accogliere quello che il destino ha in serbo per te.
Adesso riposa, però, per non farti trovare impreparata, talmente sfinita da non sapere neppure cogliere le cose meravigliose che ti aspettano

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