domenica 9 aprile 2017

Una gatta e la sua farmacista - 7

Laciatelo  dire, capo, sei un'umana ben strana! Dieci minuti fa eri furibonda, ce l'avevi con tutto il mondo, non ti si poteva neppure venire vicino che mordevi e fulminavi chiunque avesse la sventura di arrivarti a tiro; poi sei passata accanto ad una pila di libri (una delle tante distribuite un po' dovunque in casa), hai visto un libro che era lì da mesi, l'hai guardato come se lo vedessi per la prima volta e non fosse invece tutto sgualcito e annotato, hai abbandonato tutto quello che stavi facendo e ti sei messa beata a leggerne qualche pagina, neppure contenesse un segreto mistero rivelato che ti ha riconciliato con l'umanità intera.
Adesso, per favore, spiegami: io sarò anche solo una gatta, anche se indubbiamente unica e speciale, ma proprio non capisco che cosa ci trovi in quei tuoi libri astrusi, pieni di tutte quelle parole complicate, pagine e pagine che sfogli certe volte ridendo e certe volte accigliata e curiosa, alla ricerca di chissà quale verità nascosta o consolazione o spiegazione e conforto. Che cosa c'è di così magico in quei cosi che invadono tutte le superfici possibili, pavimenti compresi, che non si possono né toccare né spostare? Beh, lasciamo perdere, é inutile parlare con te di certe cose, quando c'è di mezzo della carta stampata non capisci più niente.
Dai, raccontami che cosa ti é successo, perché eri tanto arrabbiata: contro chi ce la dobbiamo prendere questa volta? Contro chi dobbiamo combattere la prossima guerra?
Fammi capire per bene: c'è stato un grave problema alla piattaforma web  con la quale ordini i farmaci per i tuoi clienti e i tecnici che sono dovuti intervenire per ripristinare il sistema, invece di comunicare semplicemente di essere stati costretti a sospendere determinate funzioni per farne funzionare altre di maggior importanza, hanno prima alterato e poi sospeso queste funzioni senza una parola di spiegazione, aumentando a dismisura il disagio e gettandovi tutti nel panico.
Esattamente  di cosa ti meravigli?  Lo hai scoperto solo adesso che voi umani non sapete proprio comunicare? Sarebbero bastate poche informazioni semplici, essenziali, educate?
Hai detto poco.
Ragioniamoci con calma: poche informazioni, perché quando sono troppe confondono e creano smarrimento. Quante volte anche tu ti dilunghi a dare nozioni complicate e non ti accorgi che il tuo paziente ha perso attenzione, sembra completamente smarrito ed annaspa sommerso da indicazioni che non comprende e non gli servono?
Semplici: ne vogliamo veramente parlare? Solo se conosci veramente bene quello che vuoi dire lo sai dire in modo semplice e chiaro: se hai le idee confuse tu, le tue parole non lo possono essere da meno. Tuttavia, e qui sta l'autentico dramma, non é vero il contrario: la capacità di comunicare é un dono prezioso, che sicuramente va stimolato e coltivato con cura, ma, prima di tutto,  é un dono, un'indole, una predisposizione innata. O ce l'hai o non ce l'hai, e in pochi ce l'hanno.
Essenziali: questo non é più neppure un dramma, é una vera tragedia. Cogliere i dati essenziali di un problema richiede attenzione, intuito, logica, impegno, volontà di ascolto, acutezza, perspicacia. Che cosa vuoi veramente sapere da me? Solo se sai rispondere a questa domanda hai vinto la partita e la tua comunicazione é incisiva ed efficace. Ti sembra facile?
Educate: il tono, il modo, il garbo! Le stesse cose si possono dire in mille modi diversi e saranno questi modi che determineranno la propensione all'ascolto. È più gradito ed ascoltato un no detto bene, con argomenti e intonazione gentile e pacata, che un sí aggressivo, infastidito, saccente.
E, infine, amica mia, non confondere mai il mezzo con i contenuti: hai un bel vantarti di essere tecnologicamente avanzata, sempre aggiornata sulle ultime diavolerie informatiche, smartphone di ultimissima generazione, computer non ne parliamo, adesso anche quel tablet nuovissimo che non posi mai, se non coltivi la testa, se non curi il pensiero, se non ti impegni e non ti eserciti senza risparmio, rimangono oggetti vuoti, inutili, anzi dannosi. Lo hai visto, lo hai toccato con mano anche stavolta.
Vuoi che ti dica una cosa? Alla fine credo che tu abbia ragione: riprendi in mano i tuoi libri, rileggili attentamente e con calma, non smettere di aprirne di nuovi. Hai ancora un sacco di strada da fare, di risposte da trovare, ma, soprattutto, di nuove domande da formulare.
Dai che ti aiuto: tu leggi e io ti faccio le fusa. Siamo o non siamo una squadra perfetta?

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