lunedì 12 giugno 2017

Una gatta e la sua farmacista -15

Fa caldo. Improvvisamente è scoppiata l'estate e come ogni anno coglie tutti voi umani impreparati.
Agognate le belle giornate per tutto l'inverno, le desiderate, le sognate, e quando finalmente il sole diventa caldo e luminoso è tutta una lamentela, uno sbuffare, neanche fosse la prima estate della vostra vita.
Se non c'è l'aria condizionata sembra che non ce la facciate neppure a respirare, vi manca l'aria, così non si può proprio resistere; se c'è, è sempre troppo alta, troppo diretta, lo sbalzo di temperatura è sicuramente eccessivo, mamma mia, sono sudata, mi prenderò di sicuro un accidente. 
Ieri, sbirciando fra le tue cose, ho visto una vignetta bellissima, di quel tuo Cavezzali che ti piace così tanto, che mi sembra sintetizzi molto bene un certo modo di vivere: "la felicità porta via un sacco di tempo al potersi lamentare". Incisivo, esaustivo, fulminante.
Certo è che mi piacerebbe proprio capirvi meglio voi umani, soprattutto perché sono convinta che in fondo in fondo non siate poi così diversi da noi pelosi.
Prendiamo ad esempio il Nano: lui è un gatto che parla, non è che si lamenta nel vero senso della parola. Entra in casa e comincia a raccontarti il perché è il percome di tutto quello che è successo a tutto il circondario. Lo so, me ne rendo conto anch'io che ha un tono un po' petulante, ma non è cattivo, è semplicemente fatto così, pettegolo, brontolone, prolisso. Che cosa ci vuoi fare?
Capita così anche a voi? Perché, vedi, lui in fondo chiede solo attenzione: se non lo ascolti e non gli dedichi un briciolo di interesse non si fa neppure toccare, ma se lo lasci sfogare e gli rispondi, allora è il gatto più affettuoso della terra. Non è difficile, non credi?
Forse quelle persone che trovano da ridire su tutto hanno solo bisogno di un pubblico che le gratifichi. Forse hanno solo bisogno di ricordarsi di essere vivi.
Facile a dirsi quando non ci sei in mezzo tutto il giorno, quando non devi passare il tuo tempo in discussioni del tutto inutili, polemiche sterili, querimonie noiose e snervanti.
Credi che non lo sappia? Credi che anch'io non abbia i miei bei grattacapi?
Guarda Memè, ha sempre fame e fretta, viene in casa protesta perché non c'è mai niente di pronto da mangiare, divora tutto quello che trova come se avesse il verme solitario e sparisce, mai un grazie, una parola gentile, un saluto educato. Per forza, sua madre è quella smorfiosa della Filtri, cosa vuoi che gli abbia mai potuto insegnate una gatta morta del genere. In fondo, non è del tutto colpa sua, io ci provo a metterlo in riga, ma non spetta a me fare di lui un peloso come si deve.
Come faccio a sapere che sua madre non gli ha certo dato un'educazione adeguata?
Ci vuole poco, basta guardarla: non hai visto come muove la coda? E poi è sempre in perfetto ordine, tutta allisciata, dove vuoi che lo trovi il tempo per occuparsi della sua prole?
È inutile che scuoti la testa, io non sono piena di pregiudizi e luoghi comuni come dici tu, io vedo le cose come stanno: i genitori devono fare i genitori, devono occuparsi dei figli, educarli e dare loro delle regole. Si vede subito che Filtri non è una brava mamma. O, perlomeno, io non ho dubbi al riguardo e non li avresti neppure tu se non passassi la vita a darmi contro.
Va bene, d'accordo, sono anch'io un po' brontolona ogni tanto, e allora?
Mi piace provocarti, ma lo faccio per il tuo bene, sai, così ti mantieni in allenamento per quando devi trattare con i tuoi clienti più tosti, e invece di innervosirti impari a buttarla sul ridere e a cogliere l'aspetto buffo delle cose

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