domenica 7 gennaio 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - 8

- Senti, capo, comincio ad essere veramente spoetizzata. Dici bene tu e fai tutto facile, ma lo sai che non sono neppure riuscita ad affrontare con gli altri pelosi  il fulcro del problema? Si sono persi in mille discussioni inutili, hanno litigato, si sono insultati e mi hanno insultato, senza alcun costrutto. Sono veramente demoralizzata. Pensa che hanno messo in discussione perfino la mia leadership
- Su, su, non te la prendere, è assolutamente normale. Adesso non fare le cose più grosse di quello che sono: lo sai benissimo che non sono cattivi, magari un po’ polemici, magari un po’ confusionari, ma non cattivi. E poi, in fondo, ti vogliono un gran bene e ti hanno sempre accettato come leader.
- Ci mancherebbe! Il capo sono io e non si discute, stiamo scherzando? Ma sono ancora il loro leader? Ho ancora sufficiente carisma per non essere messa in discussione? Si fidano ancora ciecamente di me? Perché, sai, l’affetto non sempre basta: solo con i buoni sentimenti il gruppo si sfalda in un secondo, non va da nessuna parte, si sfalda tra mille dubbi ed incomprensioni. Serve una guida, non se ne può proprio fare a meno, serve qualcuno che ti ricordi continuamente qual è la meta e ti aggiusti la rotta ogni volta che un ostacolo si frappone inaspettato.
- Che un capo sia indispensabile non ci sono dubbi. E poi tu mi sembri un buon capo, anche se invecchiando diventi sempre più simile al nonno. Te lo ricordi? Ci voleva tutti intorno, poi però dovevamo stare zitti e buoni perché gli davano fastidio chiacchiere e confusione. Non gli andava mai bene niente, te lo ricordi? Però quando uno di noi era in crisi sul serio, era l’unico che trovava le parole giuste per aiutarlo: riusciva a farlo ragionare, con calma e metodo, e riusciva a trovare gli argomenti più calzanti per farlo uscire dal pantano. Quanto mi manca! Non puoi immaginare, Pallo, quanto mi manca. Ci sono dei momenti in cui mi sento così sola, così incapace di capire quello che è giusto e quello che è sbagliato, quello che devo fare e quello che voglio fare. Non so come, ma riusciva sempre a capire quando ero in difficoltà, senza che io dicessi una parola: non c’era bisogno di parlare, di spiegare, sapeva decifrare i silenzi e le cose non dette
- E, già, tu di silenzi te ne intendi proprio. Ti rendi conto che sono due mesi che non mi parli e non mi dai voce? Che modi sono questi? E adesso non venirmi a dire che avevi bisogno di una pausa, che dovevi pensare, che anche tu hai diritto ai tuoi spazi! Lo sai che sono scuse belle e buone? Io sono qui che mi preoccupo per tutti, mi danno l’anima a cercare di governare questa banda di sciagurati e tu cosa fai? Te ne stai lí, in silenzio, come una statua di sale, non scrivi, non parli, non mi ascolti, lo sguardo perduto in un mondo solo tuo. Ma ti sembra una cosa da fare? Smettila subito con questa aria da Alice nel Paese delle Meraviglie e comincia a darti da fare perché qui ci sono pelosi e degli umani che hanno bisogno di te e tu non li puoi abbandonare così, come niente fosse
- Mi vuoi spiegare perché anch’io non posso avere le mie belle difficoltà? Cosa credi, di avere il monopolio delle ansie e dei dubbi? Comunque, forse hai ragione tu: forza e coraggio, il più è cominciare. Dai, allora: io adesso mi metto al computer e ricomincio a scrivere. Tu riunisci tutti i pelosi di casa e distribuisci gli incarichi: inizia con elaborare un programma, stabilire dei tempi, creare delle squadre,...
- Alt, basta, mi fai venire il mal di mare, il mal di testa e le vertigini. Ho bisogno di riposarmi, non sono sicura di reggerti ancora per molto.....
(Continua...)

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