domenica 25 febbraio 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - 13

Ebbene sí, Pallo ha vinto.
Mi piacerebbe poter affermare che é stata una battaglia serrata. In realtà, non c’è stata partita.
Per due giorni è sparita. Ora, come sia possibile che una gatta di quasi sei chili possa sparire in un appartamento di cento metri quadri scarsi è un mistero. Però così è stato.
Si è fatta vedere solo un minuto al mattino, al buio, giusto per calmare il primo languorino del giorno. Poi basta. Volatilizzata. Svanita. Eclissata. Dileguata.
Ferma nelle mie decisioni e abbastanza sicura di avere qualche straccio di ragione, ho rinunciato a cercarla. Vediamo chi cede per prima.
Ieri sera me ne stavo rintanata in un angolo del divano, tutta sola, avvolta in una doppia coperta e confortata da un termoforo a sabbia, perdevo tempo a giocherellare con il computer. Improvvisamente, materializzata dal nulla, me la sono ritrovata addosso. Senza tanti riguardi, mi si è piazzata come al solito sullo stomaco, ha scostato il tablet e si è messa a fissarmi a cinque centimetri dal naso. Secondo me sta diventando miope.
- Smettila subito.
- Che cosa dovrei smettere di fare?
- Di startene lì, in silenzio, come una derelitta. Non è possibile che io volti gli occhi per un attimo e tu sei già lì, sconfortata, senza idee e senza voglia di fare niente. Per fortuna che pensavi di cavartela meglio senza il mio aiuto. Scommetto che non hai più scritto neppure una parola
- Non è affatto vero. Ho scritto, non ti preoccupare, ho scritto di tutto e di più. E poi adesso preferisco comunicare attraverso i video, sono più efficaci, impattanti, coinvolgenti...
- Ma se alla sola idea di metterti davanti alla telecamera ti prende un attacco di panico! Tu sei da parola scritta, anzi eri da parola scritta. Anzi, no: io sono da parola scritta. Se fossi più furba, faresti meno storie e ti accontenteresti di farmi da amanuense. Ma no, non ti va bene, ti sei montata la testa, ti illudi di essere in grado di fare per conto tuo, di avere delle storie da raccontare. Illusa, sei solo un’illusa, non ci sono altre spiegazioni. Davvero pensi che voi umani abbiate storie anche solo vagamente appassionanti? Dimmi, di grazia, che cosa fate in genere di così straordinario da suscitare un qualunque interesse nei vostri simili? Siete noiosi, noiosi, noiosi, talmente noiosi che per quanto ti sforzi non ti viene nulla da raccontare. Abbi il coraggio di ammettere la verità
  Effettivamente sono ore che mi scervello per produrre un’ideuzza qualsiasi e non mi viene in mente proprio niente, ma non lo ammetterei neppure sotto tortura. Non le darò mai tanta soddisfazione, non a una gatta saccente e prepotente come Pallo. Ma chi si crede di essere?
Mi avvicina il musetto sempre di più, ormai siamo naso contro naso. C’è chi incrocia le sciabole e chi incrocia il naso, noi incrociamo naso e occhi.
Siamo all’ultima sfida, al duello mortale: occhi negli occhi, lampi e saette, chi li abbassa per prima perde con ignominia. Resisterò, a costo di uno strabismo permanente.
Inaspettatamente, mi da una leccatina sulla punta del naso.
- Te l’ho mai detto che hai un gran buon odore? Hai un odore che mi fa stare bene. Dai, adesso mettiti a scrivere: è tardi e i miei lettori stanno aspettando. A proposito, hai visto? Sono stati tutti dalla mia parte (non per niente sono proprio una web-star!), non li posso certo deludere. Dai, dai, forza, abbiamo perso anche troppo tempo. Sbrigati: mettiti alla tastiera che comincio a dettare




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