domenica 18 marzo 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - 15

Da quando abbiamo litigato Pallo mi parla solo muso contro muso, con il naso a non più di quindici centimetri dal mio. Oltre a pesarmi sullo stomaco, comincio a trovare piuttosto inquietante questo suo modo di starmi incollata neppure fossi diventata cieca, sorda e anche un po’ stupida.
- Vuoi smetterla di starmi così appiccicata? Non mi fai neppure respirare
- Quando ti parlo mi piacerebbe essere almeno ascoltata. Fai sempre cento cose insieme e non mi presti praticamente attenzione. È inutile che mi ripeti che mi stai ascoltando, tanto non ti credo. Se non ti obbligo in qualche modo, neppure mi senti. Sei sempre stanca, distratta, indaffarata: un giorno o l’altro trovo il sistema di manometterti il computer. Non è possibile che appena sei a casa hai quel coso malefico tra le mani e non ti occupi d’altro. Non ne posso più, e non sono la sola; ce l’hai ancora una vita privata? Te lo chiedi qualche volta?
Brutta domanda, non ci voglio proprio pensare. In più, che me lo chieda una gatta è proprio il colmo. Il gatto non era quell’animale indipendente, orgoglioso, libero? Una volta si diceva che il gatto si lega alla casa e non agli umani: proprio a me doveva capitare l’unica gatta legatissima alle persone e a me in particolare?
No, aspetta, il fatto che Pallo sia legatissima a me in realtà mi fa un grandissimo piacere. Non glielo confesserei mai, e neppure deve mai immaginarlo, ma senza di lei sarei persa. Però è anche una rompiscatole stratosferica, è la mia coscienza ed è per questo che certe volte non la sopporto proprio.
- Stai sentendo quello che dico? Guardami:  mi rispondi? Cosa ne è della tua vita privata? Nell’ultimo mese quanto tempo hai dedicato a tutti noi? E a te stessa? Ti prego, fermati e rifletti. Dimmi: qual è stata l’ultima volta in cui hai fatto qualcosa solo perché ti faceva piacere senza sentirti in colpa per aver trascurato qualcos’altro? Forza, dimmelo guardandomi negli occhi
- Faccio solo quello in cui credo e non mi ci ha obbligato nessuno. È vero, ogni tanto mi assumo più impegni di quanto non riesca a gestire con tranquillità; in altri momenti sono così stanca da sentirmi incapace di andare avanti; ci sono anche momenti in cui mi deprimo perché mi sembra di correre, correre, ma di non arrivare a niente. È la vita, cosa ci vuoi fare? Però cerco di non trascurare nessuno, di essere sempre presente per chi ne ha bisogno, di non tralasciare nulla di importante. Perlomeno ci provo, magari non sempre ci riesco, ma ci continuo a provare e mi impegno
- Eccola che ricomincia! Certo che sei proprio un bel tipo: fuori di testa, in perenne movimento, sempre in affanno, e contemporaneamente piena di sensi di colpa per tutto quello che non riesci a fare. Sei fuori di testa, non ci sono altre spiegazioni. A mali estremi, estremi rimedi. Qui serve il Nano. Hai presente il nostro Nano? Scombinato, brontolone, pettegolo: secondo me è l’unico che ti può spiegare come si fa a stare al stare al mondo. Se non ti fidi di me, guarda lui: ti sembra uno che si agiti tanto? Eppure si occupa di tutti, coccola e spupazza tutti, fra una chiacchiera e una protesta ha un momento per tutti. Si prende anche un sacco di tempo per sé, quando decide di andarsene per i fatti suoi nessuno lo può fermare. Ecco, tu dovresti proprio prendere esempio da lui e imparare a non affrontare ogni cosa come se ne andasse della tua vita
- Questa poi, adesso dovrei prendere esempio da un gatto! Ho una gatta che non solo mi fa la predica tre volte al giorno, ma mi spinge anche a prendere lezioni da una sottospecie di peloso smidollato e chiacchierone
- Punto primo: il Nano lo posso criticare solo io che sono sua pari, anzi il suo capo branco. Chi sei tu per pretendere di capire un felino? Tu sei solo un’umana e capisci decisamente poco delle nostre cose. Punto secondo: che cosa c’è di male a prendere lezioni da un gatto? Chiunque faccia una cosa giusta, costituisce un buon esempio da seguire, indipendentemente da chi è. Da quando in qua sei diventata anche di mentalità ristretta?
- La vuoi smettere? Io non ho una mentalità ristretta, o almeno non credo, ma avere come modello un gatto non mi sembra proprio il massimo.
- Certo, per te esistono solo gli umani geniali e importanti, ma secondo me puoi imparare molto più da un gatto, se non altro perché è molto di più alla tua altezza. E bada che non è da tutti essere all’altezza di un gatto. Anzi, ti ho fatto proprio un gran complimento e dovresti ringraziarmi
- Grazie, onoratissima. Non lo sapevo, ma evidentemente  la mia massima aspirazione era essere considerata da dei pelosi una di loro. Così va il mondo: una fa di tutto per cercare di apparire seria e credibile come persona e alla fine ottiene di farsi accettare da una banda di gatti. Beh, mi poteva andare peggio
                                                                         


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