domenica 25 marzo 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - 16

In casa ho i miei posti preferiti dove lavorare. Ne ho due in particolare, il tavolo della cucina e il lato destro del divano, sono solo miei, in famiglia lo sanno tutti e in genere li rispettano.
Tutti tranne Pallo, naturalmente. Lei è del tutto impermeabile al concetto di proprietà e in particolare secondo lei, ciò che è mio è suo per definizione. Adesso, per esempio, sta dormendo beata nella mia metà del divano e con la solita modestia che la contraddistingue occupa tutto lo spazio disponibile. È incredibile quanto possa diventare ingombrante un gatto quando decide di impegnarsi.
- Per piacere, ti puoi spostare. Questo è il mio posto
- Non lo vedi che mi sto riposando? Sono stanca, sai? Se proprio vuoi stare qui, mettiti pure dall’altra parte, tanto è uguale
- No, non è uguale. Il mio posto è questo e lo voglio
- Quanto sei fiscale. Che differenza fa? Mettiti pure lì e lasciami tranquilla: te l’ho detto, sono stanca e vorrei riposare tranquilla. Se proprio vuoi stare qui, non ti agitare troppo e non fare troppa confusione e non accendere la televisione perché in questo momento mi da fastidio.
- Voglio il mio posto. Subito. È mio e lo voglio
- Mio, tuo, che cosa significa? Tu eri in giro e io mi sono sistemata comoda. Non capisco perché fai tante storie. Il divano è grande, guarda che ci stai anche tu, basta solo che non mi disturbi
- Un accidenti! Io sto sempre da questo lato e qui voglio stare. È la mia parte, è il mio posto, vacci tu dall’altra parte. Te ne stai approfittando perché sono andata a fare la spesa, ma adesso sono a casa e voglio subito il mio posto
- Uffa, come sei noiosa. A proposito, hai comprato i croccantini per i pelosi di tuo marito? Ultimamente Filtri si fa vedere sempre più spesso nella mia cucina in cerca di un po’ di cibo: devi fare assolutamente qualcosa per evitare che ce la ritroviamo così spesso tra i piedi.  Come si permette? Questa è la mia casa e la mia cucina e non ci voglio incontrare certe sciroccate antipatiche.
- Ma come? La mia cucina, la mia casa? Adesso sei tu che ne fai una questione di proprietà? Certo che cambi  molto velocemente idea quando ti fa comodo
- Io? Scherzi,vero? Vuoi mettere la mia cucina e la mia casa con il tuo posto sul divano? Hai il senso delle proporzioni e delle priorità? La cucina è il cuore della casa, la stanza più importante, niente a che vedere con un posto qualunque su uno stupido divano. Secondo me, capisci veramente poco: come puoi pensare anche per un solo secondo di mettere sullo stesso piano la mia cucina con il tuo posto sul divano. Il divano è grande: se proprio ti ci devi sedere, ne hai di posto! Pensa te, se devi fare tutte queste tragedie per il posto in cui ti devi sedere! E mentre fai tutte queste storie inutili, sei disposta ad abbandonare la mia cucina all’invasione della prima gatta morta che passa per strada
- Posso riavere almeno il mio cuscino preferito?
- Vuoi altro? Anche il cuscino, adesso. Avanti, prenditelo e vedi di lasciarmi un po’ in pace. Anche il cuscino! Questi umani sono proprio ossessionati dal concetto di proprietà! È mio, è mio, non sanno proprio dire altro. Quanto sono noiosi!
                                                                 

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