domenica 10 gennaio 2016

Uomo vs materia

Mio padre diceva di amare  la chimica perché nell'eterno conflitto fra l'uomo e la materia, l'uomo ha sempre torto e la materia sempre ragione. Nessun dubbio, nessuna incertezza: se in laboratorio le cose non vanno come vuoi tu, la colpa è sempre e solo tua. La natura parla il linguaggio della chimica: se non lo capisci la carenza è tua. Punto.
Ho sempre trovato tutto questo estremamente rassicurante: eliminati i diversi punti di vista, cancellate opinioni ed emozioni personali, tutto si risolve nel più diretto e brutale dei modi. Non hai studiato abbastanza, le tue riflessioni non sono state sufficienti, non hai ponderato bene ogni cosa. China la testa, mastica amaro e ricomincia da capo. E questa volta cerca di impegnarti di più.
Rifugiarsi in un mondo dove i confini sono definiti e mancano ombre e sfumature può essere molto rilassante: peccato che fuori dalla bolla tutto sia molto più complicato.
Gli esseri umani, benché alla fine siano un agglomerato di atomi e molecole, sono governati da un'entità impalpabile ed eterea che possiamo chiamare anima, ma anche pensiero o ragione o sentimento. Non ha dimensioni, nessuno l'ha mai vista, non sappiamo neppure esattamente com'è: crediamo abbia un potere illimitato, ma si spegne in un attimo. Le attribuiamo tutte le virtù, ma è più fragile del cristallo più fragile.
Ecco noi, per esempio. Abbiamo appena concluso un buon anno e siamo piene di progetti per il futuro: alterniamo euforia ed entusiasmo a momenti di sconforto per non dire panico quando ci scontriamo con  normali dissensi e contestazioni. Abbiamo fatto una scelta di campo (non voglio definirla etica, secondo me l'etica è un'altra cosa, diciamo professionale):siamo farmaciste e facciamo le farmaciste. E se questo comporta negare un collirio contenente antibiotico e cortisone ad un cliente che non ha la ricetta, il nostro dovere è spiegare la necessità non di un'impegnativa come atto burocratico, ma di una attenta valutazione da parte di un esperto per evitare danni anche molto seri agli occhi. E se il suddetto cliente ritorna indignato per aver perso tempo in quanto il medico gli ha prescritto esattamente quello che lui voleva senza neppure guardarlo e se la prende con noi che siamo così arroganti (a dire il vero, lui ha detto, del tutto a sproposito, "tuttologi") da trovare difficoltà anche dove non c'è ne sono: beh, mi dispiace, ma non credo proprio che siamo noi dalla parte del torto. L'ho detto e lo ripeto: siamo farmacisti, il farmaco è il nostro mondo, in questo campo siamo i sanitari più competenti.
 Per favore, lasciateci lavorare.

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